lunedì 26 ottobre 2015

[Momento Nostalgia] Cyberpunk 2020

Da un po' si sta tornando a parlare di cyberpunk grazie al ripescaggio del genere da parte di grandi produttori di videogiochi (yes, parlo di Deus Ex: Human Revolution + seguito ormai prossimo e del non-si-sa-quanto-prossimo-ad-uscire Cyberpunk 2077). Il che non può che farmi piacere, dato che sono sempre stato un appassionato del genere!

La mia piccola collezioncina di manuali, di cui vado molto orgoglioso!
Non apro nemmeno il manuale per farne la recensione. L'ho sfogliato e letto così tante volte durante gli anni più spensierati della mia vita che so a memoria tutto ciò che mi serve sapere. E mi ricordo più che bene la vagonata di ore passate a giocare, in compagnia dei miei scoppiatissimi amici, avventure così demenziali che se non avessimo avuto 15 anni mi vergognerei soltanto a pensarci.

Se non sapete cos'è il cyberpunk, posso tentare di spiegarvelo: immaginate un futuro non molto lontano dove la tecnologia è giunta ad un livello tale da rendere comuni macchine volanti e protesi cibernetiche; le grandi multinazionali sono divenute megacorporazioni dai capitali esorbitanti, vere padrone dell'economia e del mondo. La popolazione è cresciuta fino a rendere le città vaste ed affollate, con una stratificazione della ricchezza tale da rendere palese il divario tra i ricchi e i poveri: i primi vivono nei quartieri delle corporazioni, sorvegliati da truppe private, puliti, ordinati... magari con dell'aria pulita; gli altri vivono in giungle al neon, affollando mega-complessi residenziali che in confronto l'appartamento da 35 mq dell'IKEA è un sogno (i più ricchi tra i poveri), vivendo nei vicoli (i veramente pezzenti) oppure noleggiando negli appositi dormitoi un "cubo-bara". Se il nome non è sufficiente a farvelo capire, un cubo bara è un alloggio grande come una bara in cui potete dormire più o meno "sicuri". Godendo anche di uno schermo LCD per guardare la tv.
I protagonisti della narrativa Cyberpunk incarnano il "punk" che fa parte del nome del movimento, nel senso di ribellione: quali che siano le loro motivazioni, fanno parte della società povera ma orgogliosa che non vuole cedere la propria libertà alle corporazioni.
Quasi sempre.
Altro elemento fondamentale (tanto importante quanto trascurato nelle partite di gdr, ma ne parlerò dopo) è il concetto della rete: un po' come internet ai nostri giorni, nel mondo di Cyberpunk internet è un po' ovunque. La differenza principale però è che nel cyberpunk ci si può letteralmente immergere nella rete, collegarsi via cavo al modem e viaggiare in una rappresentazione tridimensionale della rete con la quale interagire. Cyberspazio. Chefficata.
Insomma, andate a leggervi Neuromante di William Gibson se non l'avete ancora fatto.

Dopo questa breve introduzione, passiamo al gioco: Cyberpunk 2020. La prima volta che ci giocai, qualcosa come undici anni fa, era già vecchiotto come gioco. Avrò avuto 14 anni, ero con degli amici a un torneo di Dungeons & Dragons in una ludoteca e mentre aspettavamo il nostro turno sbirciavamo i manuali dell'associazione. Riuscì a farmi prestare i soldi dagli amici e mi portai a casa una copia del manuale, tutto gasato.

Il sistema di gioco è originale e basato sul d10. Niente set da 7 dadi poliedrici, bastano il d10 e il comune d6. Nella sua brutalità è un gioco che cerca di essere realistico, dove puoi svenire per lo shock anche se ti sparano una volta con una pistolina monocolpo, dove un colpo di arma da fuoco (o di katana monofilare) può mozzarti un braccio come se niente fosse, dove l'armatura non ti aiuta a evitare di essere colpito ma assorbe danno... e dove (punto che trovo ancora impareggiabile) più danni subisci, più ricevi penalità alle azioni. Altro che "ho ancora 1 PF" di D&D! Qui si soffre sul serio e non ci sono pozioni curative (al massimo delle droghe... e super anticorpi...).
Ogni personaggio è definito da nove caratteristiche (intelligenza, riflessi, tecnica, freddezza, costituzione, fortuna, movimento, empatia, fascino) che ne determinano le caratteristiche psico/fisiche, nonché dalle abilità che determinano cosa sappia fare e quanto bene.
Le classi determinano a quali abilità un personaggio può assegnare punti in creazione, oltre a quelle decise a tavolino dal giocatore (che rappresentano gli "hobby extralavorativi" del personaggio); un personaggio potrà poi sviluppare le proprie abilità come più preferisce. L'unica cosa preclusa è la particolare abilità speciale di classe, quella "cosa speciale" che solo un tipo di personaggio sa fare e gli altri NO. Tipo l'aizzare le folle dei fan per un rocker ed essere un micidiale spaccaculo per un solitario.

La meccanica è semplice: 1d10 + abilità da usare + caratteristica pertinente. Se il personaggio agisce contro un altro, si confronteranno i risultati e il più alto vincerà; se invece il personaggio compie un'azione senza ostacoli, il tiro di dado dovrà superare una classica CD (classe di difficoltà). Semplice, no?
I dadi a sei facce sono usati per i danni delle armi. Che diventano tanti in fretta, quindi evitate di farvi crivellare di colpi ad ogni occasione!

Il bello di questo gioco? Beh, tutto direi! Meccaniche semplici, ambientazione intrigante, un vasto assortimento di aggeggi futuristici, armi per tutti i gusti, impianti cibernetici e droghe futuristiche con cui sbizzarrirci. Una realtà diversa ma pur sempre simile alla nostra, in cui gli eroi sono individui [quasi] comuni che si ribellano contro una società marcia e corrotta. Si possono giocare avventure spara-spara, così come intrighi politici tra multicorporazioni... Ce n'è per tutti i gusti.

Lati negativi? Non penso di poterli definire così, ma il gioco ha ovviamente dei limiti. Dovuti soprattutto al fatto che è un gioco di fantasia che ci proietta in un futuro ormai prossimo che palesemente diverge molto con quella che è la nostra realtà. Come ci stiamo rendendo conto in questi giorni grazie al semprefiquo Ritorno al Futuro, negli anni '80 si immaginavano un futuro che con la realtà non c'azzecca niente. Cyberpunk 2020 non fa eccezione: per quanto ci siano macchine volanti a tutto spiano, il mezzo di comunicazione più diffuso è il quotifax (che è una sorta di bollettino-fax); la macchina fotografica digitale del manuale permette di scattare ben VENTI foto che poi mantiene in memoria; il netrunner (così viene chiamato l'hacker da realtà virtuale) deve saltare di connessione in connessione per non pagare la bolletta, perché non esiste abbonamento flat per internet. Roba che al giorno d'oggi fa parecchio ridere, insomma!

Insomma, non c'è da stupirsi se CD-Project RED al momento di produrre un videogioco ha deciso di svecchiare il trend facendo un salto di una cinquantina d'anni in avanti. Prevedo cercheranno di correggere i sopracitati "difetti" di Cyberpunk 2020 modernizzando la tecnologia (ci saranno i tablet? grande giove...).
Ma per me faranno una grandissima cacchiata, perché lo stesso mood anni '80 è una marcia in più di questo grande gioco di ruolo.
Se avete l'occasione di procurarvelo ad un prezzo decente, non lasciatevelo sfuggire!
Io il mio non lo vendo. Ma manco morto.

Rapidissima nota sui supplementi: quelli in foto dietro al manuale base sono Hardware (che assieme al manuale base forma la traduzione di tutto il manuale base inglese, curiosamente diviso in due libri in Italia; è stata fatta un'altra edizione che comprende base & Hardware, con la scritta in verde-matrix, dal titolo Cyberpunk 2020 - Ultimate Edition), i due Chromebook I e II (libri pieni di cianfrusaglie, assolutamente favolosi. In lingua originale esistono anche Chromebook III e IV), Cyberpunk 2200 - Senza Tregua (ispirato all'omonimo romanzo, presenta un'ambientazione mediorientale futuristica dove a farla da padrone sono chip contenenti personalità alternative; devo ancora decidere se mi abbia deluso o no) e Creature della Notte (modulo tamarrissimo che contiene le regole per inserire Vampiri, Lupi Mannari e poteri psionici in Cyberpunk 2020; è favoloso). In italiano sono stati tradotti anche alcuni moduli avventura e Libera Prigione nella Valle della Morte (che trasforma la Death Valley americana in un mini-setting alla Mad Max; probabilmente il mio prossimo acquisto).

E se qualcuno si chiede "ma non esiste un gioco col d100 a tema Cyberpunk?", io rispondo... Qualcuno dovrebbe pensarci. Altrimenti finisce che lo faccio io!
Grazie dell'attenzione e buon gioco ;)

P.S.
Una fastidiosa zanzara mi sussurra all'orecchio che cyberpunk 2020 avrebbe già avuto un seguito chiamato Cyberpunk v3, ma preferisco non crederle. Diceva qualcosa anche a proposito di Barbie e Big Jim... mah!

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